duetart home...
   
 
 
about us
 
conctact
 
find us
 
to buy

Nome:
Hiroshi Sugimoto

Hiroshi Sugimoto, nato a Tokio nel 1948, è uno dei fotografi più conosciuti della sua generazione per le sue fotografie in bianco e nero che miscelano un approccio concettuale molto rigoroso ad una notevole abilità tecnica.
Dopo aver compiuto studi di Economia e di Politica nel suo Paese, nel 1970 si è trasferito a Los Angeles, dove ha seguito i corsi di fotografia dell'Art Center College of Design una scuola, allora, “più per tecnici che per artisti". Nel 1974 si è trasferito a New York, città divenuta il suo punto di riferimento, anche se viaggia molto ed ha uno studio in Giappone
La formazione artistica di Sugimoto ha dunque, come base, gli Stati Uniti, in un periodo in cui il Concettualismo ed il Minimalismo che dominavano la scena artistica avranno, sull’artista, una decisiva influenza.
Le fotografie, originate e realizzate nei luoghi più diversi e lontani fra loro, recuperano motivi ricorrenti in Carl Andre o Dan Flavin: forme rettangolari, il bianco, la luce come "materiale" artistico.
Nel 1978 nasce la serie dei Teatri.Ispirata dal desiderio di poter fotografare l'intera durata di un film, si traduce in immagini di schermi bianchi in vecchie sale cinematografiche o Drive-in, luoghi in via di estinzione. La pellicola fissa tutti i fotogrammi finché, al termine della proiezione, un lampo di luce bianca annulla ogni cosa e mostra i particolari architettonici della sala.
Fin dagli esordi l’artista rivela una grande attenzione formale per le proprie opere e il desiderio di combinare l'arte concettuale con la seduzione estetica, usando la fotografia come strumento tecnico per tradurre visivamente le proprie idee.
Tra le serie più recenti c'è quella delle Architetture in cui la sua scelta consapevole di fotografare "fuori fuoco" (come fossero una visione) diversi edifici modernisti offre un'interpretazione in cui i dettagli spariscono nel gioco di ombre.
Del 1999 è In Praise of Shadows dove per cinque ore una singola foto cattura la fiamma di una candela, mossa dal vento che entra da una finestra e, del 2001, Pine Landscapes, immagini di pini (simbolo di longevità nella cultura giapponese) catturate la mattina presto nei Giardini Imperiali di Tokyo. Questi lavori hanno a che fare con il concetto di tempo e di spazio e col rapporto tra ciò che è transitorio e ciò che è eterno.
Anche qui non ci sono persone. Sugimoto non ha mai fotografato esseri umani ma modelli in cera la cui bellezza non possa essere scalfita dal trascorrere degli anni o da dettagli, perché la sua ricerca tende a rappresentazioni che rivelino un'essenza immutabile, non condizionata dall’attimo fuggente.
Del 1976 erano la serie Diorama e quella dei Ritratti. Nella prima, realizzata nei musei di storia naturale, viene eliminata ogni relazione al luogo (cornici, specchi, pareti, etichette...) così che le foto sembrino prese dal vivo sui luoghi che rappresentano. Nei Ritratti, invece, le figure del Museo delle cere di Madame Tussaud si stagliano su di uno sfondo nero, di tre quarti, quasi a grandezza naturale. Tra il dipinto (che idealizza) e il manichino in cera (che banalizza) la fotografia di Sugimoto sembra l’unica possibilità rimasta per riprodurre il reale.
Nella serie Talbot, una delle ultime, appaiono riferimenti agli esperimenti ottocenteschi di fotogenic drawings, cioè “disegni fotogenici”: silhouettes in negativo ottenute appoggiando piccoli oggetti su carta sensibilizzata ai sali d'argento, esposta poi alla luce del sole e quindi sottoposta a fissaggio.
Nella serie Seascapes c’è tutta la suggestione di un passato ancestrale in cui l’acqua e l’aria si dividono equamente lo spazio in due bande orizzontali perfettamente uguali, unite e separate da un’evanescente linea retta.
Sugimoto utilizza una macchina fotografica a soffietto, non automatica. La pellicola è realizzata in gelatina di argento perciò gli scatti sono ridotti al minimo, pensati per cogliere al meglio l'inquadratura, senza sprecare materiale.
In questo modo l’artista ha conservato in modo convincente il lato estetico e pragmatico di “fare arte” creando immagini stimolanti e belle da contemplare.

MUSEI E GALLERIE D’ARTE CHE OSPITANO LE SUE OPERE
Art Institute of Chicago Collection Database, Chicago, USA 
Guggenheim Berlin, Berlino, Germania
Guggenheim Museum, New York, USA
Metropolitan Museum of Art, New York, USA
Museum of Fine Arts, Boston, USA
National Gallery of Art, Washington D.C., USA

BIOGRAFIA ESSENZIALE
Hiroshi Sugimoto nasce nel 1948 a Tokyo. Dopo la laurea in Economia, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1970 per studiare fotografia presso l’Art Center College of Design di Los Angeles.
Dal 1974 è a New York e, contemporaneamente all'attività artistica, colleziona antichità. A partire dalla personale alla Minami Gallery del 1977 partecipa a numerose esposizioni, tra le quali le recenti Hiroshi Sugimoto: End of Time, retrospettiva itinerante realizzata dal Mori Art Museum di Tokyo e History of History alla Japan Society Gallery di New York.
Ha ricevuto il Mainichi Art Prize nel 1988 e il Premio Internazionale della Hasselblad Foundation per la Fotografia nel 2001.

MOSTRE PRINCIPALI
Neue Nationalgalerie, Berlino, Germania

Hiroshi Sugimoto: “Architecture”, Museum of Contemporary Art, Chicago, USA

The Fine Arts Museum of San Francisco, San Francisco, USA

Centre Gorge Pompidou, Parigi, Francia

Gagosian Gallery, Beverly Hills, USA

Sonnabend Gallery, New York, USA

Gallery Koyanagi, Tokyo, Giappone

duetart gallery

vedi opere:
Uno Nessuno Centomila